FORUM DEI PREMATURI

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4 mesi dopo le mie dimissioni hanno ricoverato una mia amica con sacco rotto a 28 settimane e prima che partorisse ero andata a trovarla, rivivendomi tutto come te. Per me è stato difficile perché nonostante la capissi perfettamente sapevo che non potevo fare niente per lei. Non sapevo che atteggiamento avere: non potevo essere quella del "anche mio cugggino è nato di 800 grammi ma ora è alto 2 metri e ha 2 lauree" nè quella di "i problemi più frequenti dei prematuri sono necrosi dell'intestino, emorragie cerebrali, retinopatia, mancata chiusura del dotto di botallo, immaturità polmonare e non si sa se e come sopravviveranno", e non avevo sperimentato niente di buono. Queste erano le due vie che avevano usato con me (i non medici e i medici) e io detestavo entrambe allo stesso modo. L'unica cosa che ho fatto, alla fine, è stata esserci. Ascoltare, dire poco, ma far sapere che c'ero. Non so se ho fatto bene, non so se avrei potuto fare meglio, ma è quello che ho sentito di fare, mentre rivivevo con lei ogni minuto di ansia.

A volte fa bene avere una persona accanto che piange con te, sopratutto quando le parole non servono a consolare perchè vuote di vero contenuto...
Io credo che piangendo insieme vi liberate un po' tutte e due di quello che vi angoscia. Mica è facile lasciarsi andare e piangere, almeno per me!

Cinzia
le uniche parole-non parole che accettai 3-4 giorni dopo la nascita di Francy furono quelle della cugina di mio marito, vive a Bergamo e ha avuto un parto prematuro a 26+6...usò tatto, delicatezza e sensibilità nel dire giusto due cose, l'essenziale senza straparlare come tanti purtroppo fecero in quei giorni...l'importante è sentire "con il cuore" di essere vicino a qualcuno e sono certa che la tua amica ricorderà più in là quanto le sei stata vicina in questi giorni pur senza dire nulla

Durante il terzo lunghissimo ricovero a partire dalla 23°per la 2° rottura del sacco -gravidanza di Valerio- veniva Solestellato (mamma di Noemi-coetanea di Giulio e prematura anch'essa). Lei era stata ricoverata lì ai tempi di Noemi. Veniva, qualche chiacchera alternata a silenzi, forse una-due volte mi ha trovato in lacrime... non ricordo le parole che mi diceva, forse appunto non le ha dette... però la ricordo seduta affianco al letto su una delle due sedie -l'altra era occupata dalla padella che ero costretta ad usare! -... insomma, c'era e non è cosa da poco.

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Durante il mio lungo ricovero,dove ancora non si sapeva che avrei partorito prematuramente, la mia compagna di stanza riceveva spesso una visita: una sua vecchia compagna di stanza di ricoveri programmati per epatosi che ora aveva la bimba in tin e passava a trovare lei. Quel giorno quella mamma prematura aveva con se una bottiglia di spumante perchè la figlioletta aveva raggiunto un chilo di peso e lei era felice. Tre settimane dopo, il destino ha voluto che io e quella mamma diventassimo non conoscenti, ma amiche dirette (prima indirette) in tin e io mi ripetevo... anche io festeggerò il chilo di Melissa. Cosa mai fatta per altri problemi..... Ma quelle visite di quella mamma, non per me, mi appartenevano ormai e ancora oggi ci vediamo e confrontiamo. Prima della tin, la ricordo in modo molto familiare, più delle visite fastidiose dei miei parenti che come dice Misia, hanno tutti un cugggggino che era in una scatola di scarpe e ora fa l'avvocato. Lei a volte piangeva, altre sorrideva e io mi toccavo la pancia sperando che non dovesse accadere anche a me.... dal momento che poi è accaduto, per fortuna ho potuto affrontare il problema indirettamente un pò di tempo prima.

Sono d'accordo con voi. Cinzia, secondo me hai scelto il modo giusto per starle vicino. Lei sa che tu comprendi ciò che lei sta provando e quindi sa che ogni parola che le dirai non sarà mai banale. A volte c'è bisongo di poche parole, le persone che più mi hanno aiutata in quei momenti sono quelle che hanno saputo ascoltarmi e comprendermi, senza straparlare. Anch'io detestavo sia i catastrofici sia i cuggggini mignon che poi hanno vinto il premio nobel!

A parte mio marito, l'unica persona che ho accettato davvero è stata mia madre. Non diceva nulla, ma era sempre con me, seduta su una panchira per ore fuori dalla tin ad aspettarmi... se ci penso, povera mamma quanti pensieri le ho procurato
Spero tanto che il tractocile porti avanti il più possibile!

Come sta?

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Incrociamo le dita per la tua amica Cinzia..

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Mi associo agli xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Avanti cosi!