Questa l'ho trovata su mammeonline: è un racconto di una serata dal punto di vista di un bambino
Siamo arrivati alla fine della giornata!
Sento di avere un po’ di sonno... forse, se in questa stanza ci fosse un po’ di calma e silenzio, potrei anche addormentarmi, magari la mamma potrebbe prendermi in braccio, spegnere le luci, e raccontarmi quella favola che mi racconta ogni sera.
Ogni tanto poi si ferma e mi fa continuare con qualche parola che io mi ricordo e io mi sento tanto vicino alla mia mamma e le faccio tante carezze, “cara mamma” le dico e poi chiudo gli occhi e mi addormento.
Ma ora non si può fare, mamma e papà vanno su e giù dalla cucina alla sala, mettono la tovaglia sul tavolo, poi i piatti, i bicchieri; potrei anche aiutarli, portando qualcosa, come faccio di solito, ma stasera sembra che non vogliano fare le cose con calma e se prendo un piatto invece di un cucchiaio poi si innervosiscono.
Dicono che sono stanchi, che hanno lavorato tutto il giorno e vorrebbero stare un po’ tranquilli, invece sono isterici e scontrosi. Mio fratello è più grande, penso che sia stanco anche lui, vorrebbe giocare ma io non ho voglia di stargli dietro e lui allora mi fa i dispetti.
La televisione è accesa e fa tanto rumore che io non capisco, non è infatti il rumore che mi dà fastidio ma il fatto che non capisco; a loro quel rumore non dà fastidio ma quello dei miei giochi sì, eppure quello sì che ha un senso, io lo capisco e mi diverte spingere bottoni e premere tasti.
Anzi, ora, dal momento che sono stanco e non so che fare, mi metto anche io a fare un po’ di rumore: ecco lo sapevo ora urlano e mi tolgono il gioco, sono proprio esausto ora mi metto a piangere. Meno male che il linguaggio del pianto la mamma ancora lo capisce e mi ha preso in braccio così un po’ mi riposo e mi coccola era proprio quello che ci voleva.
Mi porta in bagno e mi mette il pigiamino; anche mio fratello si è messo il pigiama e quindi penso che ora la mamma ci porterà letto, nel suo lettone, ci farà due coccole, ci canterà la ninna nanna dell’insalata. Ma papà la chiama, devono mangiare, ma perché non mangiano prima insieme a me così poi possiamo stare tutti insieme, magari a letto a raccontare favole?
Quasi quasi rimango seduto sulle sue gambe mentre mangia, mi darà qualche pezzettino di cibo! Non mi piace!
Però mi ha stuzzicato e ora mi è venuta voglia di latte e comincio a chiederlo ma la mamma mi dice di aspettare un po’ finchè non finisce di mangiare. Allora scendo a terra e inizio a togliere un po’ di giocattoli dalla cesta per terra per distrarmi e aspettare il latte, ma mio padre si mette a urlare! Io ancora una volta non capisco perché: non volevo fare dispetto, volevo solo giocare; non riesco a fare qualcosa senza farlo arrabbiare!
Anche mio fratello mi sembra scocciato e si nasconde dietro la tenda per farsi scoprire da me: mi piace questo gioco e cominciamo a rincorrerci; certo facciamo un po’ troppo rumore e stiamo anche gridando. Si arrabbiano tantissimo perché siamo proprio maleducati o forse proprio impazziti, perché non riusciamo a stare tranquilli e a far sentire loro la televisione. Ma cosa avranno mai da sentire in quella televisione? Come faccio a stare fermo a guardare là dentro?
L’aria si è fatta proprio pesante per tutti ma almeno la mamma ha finito di mangiare ci prepara il latte. E’ la prima coccola prima di andare a letto!
Però mi sembra di dare sempre fastidio quando arriva quest’ora e mi dispiace perché in fondo io non riesco a capire, so solo che anche io sono infastidito ed esausto.
Andiamo in bagno a lavarci i denti: vorrei fare tutto da solo, sto imparando, mi dicono che sto diventando grande; però non riesco a fare in fretta e poi mi piace tenere le mani un po’ sotto l’acqua; mi accorgo che così si innervosiscono di nuovo, sembra una guerra forse funziona che se uno è più forte riesce a far fare agli altri le cose, allora io devo cercare di diventare più forte, mi devo allenare, devo urlare di più come urlano i miei genitori così diventerò come loro e saranno contenti. Forse funziona così, forse però!
Andiamo a letto, ma la mamma ormai è proprio stremata da queste tensioni e non ci racconta la favola come avrei voluto: salta tante parti per sbrigarsi, vorrei dirglielo che me ne sono accorto, che la favola io me la ricordo bene e mi piace sentirla uguale ogni sera, ma sono stanco anche io e chiudo già gli occhi senza poter dire le parole della storia che mi piacciono. Speriamo che domani sera vada meglio, ma devo ancora capire bene come funzionano le cose!
Mi chiamo Francesco e ho due anni!