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aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Problemi e dubbi in Terapia Intensiva Neonatale

Moderatore: mariateresa

aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda julie il 12 dic 2010, 17:47

Buongiorno mamma..
prima di tutto mi presento, sono una studentessa che frequenta l ultimo anno di laurea in ostetricia, e mi piacerebbe molto poter affrontare un discorso di tesi in cui le protagoniste siete voi! :wink:
Insomma ho notato che quando si parla di prematuri l' attenzione, giustamente, viene tutta rivolta ai piccolini....ma alla nuova mamma chi ci pensa?? a questa domanda i medici mi hanno risposto l' ostetrica, le ostetriche mi hanno risposto l' infermiera pediartrica, le infermiere pediatriche mi hanno risposto l' ostetrica o il medico....QUINDI?????? :shock:
Vorrei tanto poter affrontare un discorso che preveda magari un nuovo approggio verso voi mamme di prematuri, un sostegno maggiore e\ o migliore...per esempio creando dei gruppi in cui riunire le mamme, come i corsi preparto, ma sta volta postparto, per chiarire dubbi e preoccupazioni, o per lo meno per starvi accanto fra di voi e noi con voi!

Quello che vi chiedo é se per favore potreste dirmi cio che avete provato, se vi siete sentite sole o avevate qualcuno su sui appoggiarvi, e tutto cio che avreste voluto poter avere a disposizione da parte dell' ospedale in cui eravate...

Grazie mille per la vostra disponibilità.
julie
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda vale il 12 dic 2010, 18:17

Ciao Julie, un piccolo consiglio. Non diemticarti dei papà!

Buona fortuna
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda Chiara_78 il 12 dic 2010, 18:25

Ciao Julie,
per quanto possibile, sono ben disposta ad aiutarti per scrivere la tua tesi di laurea.

Però, sono d'accordo con Vale: non dimenticarti dei papà.

:D
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda gabriella tolotti il 12 dic 2010, 19:11

A noi mamme e papà ci ha pensato per esempio Marco con questo forum :mrgreen: .
Comunque sì, l'argomento è interessante, se posso ti aiuto volentieri.Dimmi come dobbiamo procedere
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda Lu il 12 dic 2010, 21:39

Dicci un po' cosa vorresti sapere...
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda vere il 12 dic 2010, 21:49

gabriella tolotti ha scritto:A noi mamme e papà ci ha pensato per esempio Marco con questo forum :mrgreen: .
Comunque sì, l'argomento è interessante, se posso ti aiuto volentieri.Dimmi come dobbiamo procedere


Ecco appunto. Per quello che mi riguarda, dopo il parto sono stata lasciata sola a me stessa. Il giorno delle mie dimissioni e' stato terribile. C'era fretta di liberare il letto, solo dopo un mese ho scoperto che esisteva un'associazione di genitori di prematuri e dopo un anno l'esistenza di questo forum. Che e' stato l'unico vero sostegno. Penso che ne avrai da lavorare. Comunque se vuoi rimango a disposizione. Di dove sei?
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda 74dani il 12 dic 2010, 22:22

cerhi su internet le risposte alle tante domande che hai ,i medici, infermieri pensano anche giustamente ai piccoli e chi ti sta vicino ti dice che non sei la prima succede a tante che sei fortunata perchè è viva,i loro discorsi filano ma tu sei sola in un mondo che non conosci,io credo che di parto prematuro se ne debba parlare anche al corso preparto ,che i corsi cominciano molto tardi,io ho frequentato per tre settimane poi uscita dall'ospedale sono ritornata per un altro incontro le mie "colleghe" avevano saputo dall'ostetrica quello che mi era successo,ma non facevo più parte di quel gruppo che aspettava io non dovevo preparare la valigia per me e lei non dovevo imparare a respirare a contare le contrazioni e sognare,io vivevo già il mio incubo
Ultima modifica di 74dani il 13 dic 2010, 14:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda vale il 13 dic 2010, 0:38

P.S.

Mi sono dimenticata di dirti che anch'io non ho problemi a raccontare se vuoi. :mrgreen:
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda MammaSole il 13 dic 2010, 13:51

Posso darti la mia esperienza.
Nell'ospedale dove sono siamo state ricoverate c'era il supporto di una psicologa (già durante il mio ricovero era venuta a parlarmi... tieni conto che molte di noi sono state ricoverate per parecchi giorni prima di partorire... in preda a mille emozioni), tuttavia non è stato un sostegno concreto in quanto subito dopo la nascita della bambina mi sono completamente disinteressata di lei... sò però che erano previsti anche degli incontri dopo alcuni mesi per chi decideva di appoggiarsi a questo servizio.
In tin bazzicavano la psicologa e il cappellano e una volta settimana il primario organizzava degli incontri con i genitori dei piccoli ricoverati per risolvere i nostri dubbi riguardo ai bambini.
Visto che sei ostetrica può interessarti sapere che nè durante il ricovero nè dopo, ho avuto nessun sostegno all'allattamento, non c'era nemmeno il tiralatte nel reparto (perchè lo rubavano mi è stato riferito), dovevo quindi spostarmi in un'altro reparto o al nido (in un'altro piano dell'ospedale), mi sono arrangiata da sola come potevo, anche in tin nessuno mi ha aiutata a far attaccare la bambina che non ha mai preso nemmeno un grammo da me... morale dopo un mese il latte non c'era più.
Per quanto mi riguarda il principale sostegno l'ho ricevuto da mio marito e dalla famiglia.
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda julie il 13 dic 2010, 16:23

Ciao!! in quante mi avete risposto, grazie mille davvero!
No no i papà non me li dimentico, quando penso di proporre incontri penso sia con le mamme che con i papà!! :)
Penso che siano molto importanti, oltre che come compagni di vita con cui percorrere insieme un percorso, anche come persone a cui stare vicino, a cui proporre il nostro conforto e sostegno come personale ospedaliero, e a cui far conoscere nel modo migliore quel piccolino, che noi donne abbiamo la fortuna di conoscere sentendolo crescere dentro di noi, ma che loro invece prima se lo possono solo immaginare e poi da un giorno all' altro se lo trovano li..piccolo e fragile..
Comunque...questa é una mia lunghissima parentesi..ihih :D

Allora sinceramente non so ancora quali argomenti trattare esattamente..ma pensavo d estrapolare i piu comuni, i piu importanti dai vostri racconti..dalle vostre sensazioni di quando siete state in ospedale...
Per esempio qualche domandina...:

- Parlando dei papà..che ruolo é stato dato loro? hanno potuto starvi accando durante la degenza e il parto o sono stati messi in un angolo?
Quando il piccolo- la piccola era in tin potevano, per quanto fosse possibile, avere un contatto con lui\lei o non sono mai stati ben accolti ed incoraggiati? Anche se c era solo lui e non voi mamme?

- Qualcuno di voi ha mai fatto la marsupioterapia?? impressioni sensazioni??

-Una di voi mi ha detto che non c era il tiralatte a disposizione in repato, quante siete che avete avuto questo problema? le ostetriche o le infermiere vi hanno spiegato come stimolarvi da sole la produzione del latte? o vi é stato detto un po superficialmente tutto lasciandovi poi da sole?

Scusate se sono un po convusionaria, é che prendo davvero molto a cuore questo discorso, ho deciso di fare l' ostetrica anche per poter proporre la mia spalla su cui piangere a chi ne avesse bisogno, e poi la mia mano per aiutare a rialzarsi e farsi forza..quindi ogni volta mi viene un nervoso allucinante quando sento che siete state lasciate sole in balia degli eventi da parte di chi invece dovrebbe starvi il piu accanto possibile!!

Ringrazio ancora tutte quelle che vorranno rispondere alle mie domande e a chi vorra raccontarmi la sua storia....e se qualche papà vuole dire la sua ben venga!!
julie
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda federica il 13 dic 2010, 19:34

Ti rispondo anche io.

- Parlando dei papà..che ruolo é stato dato loro? hanno potuto starvi accando durante la degenza e il parto o sono stati messi in un angolo? - Quando il piccolo- la piccola era in tin potevano, per quanto fosse possibile, avere un contatto con lui\lei o non sono mai stati ben accolti ed incoraggiati? Anche se c era solo lui e non voi mamme?

Mio marito non ha assistito al parto in quanto la bambina è nata col cesareo. Io dopo il parto stavo maluccio e quindi i primi giorni si è sobbarcato tutto mio marito, anche perchè non poteva essere diversamente...
La Tin aveva orari a cui attenersi, in ogni caso era aperta solo ai genitori e 1 per volta. Noi ci alternavamo.
Per la mia esperienza il papà non è messo in un angolo ed era accolto esattamente come la mamma.
Negli ospedali dove è stata Matilde non c'era assistenza ai genitori. Sicuramente servirebbe supporto psicologico, l'esperienza è molto "forte", può succedere di sentire il proprio compagno distante.
Il supporto serve anche dopo, quando si torna a casa... per questo per me c'è stato il forum!

- Qualcuno di voi ha mai fatto la marsupioterapia?? impressioni sensazioni??

Fatta marsupio dopo 1 mese dalla nascita, nel primo ospedale dove è stata ricoverata mia figlia non era incoraggiata. Nel secondo ospedale era incoraggiata, l'abbiamo fatta sia io che mio marito.
Sensazioni non so da dove cominciare... l'emozione di prenderla in braccio la prima volta, aveva la testolina così piccola e gli occhi chiusi...

-Una di voi mi ha detto che non c era il tiralatte a disposizione in repato, quante siete che avete avuto questo problema? le ostetriche o le infermiere vi hanno spiegato come stimolarvi da sole la produzione del latte? o vi é stato detto un po superficialmente tutto lasciandovi poi da sole?

Non ho allattato Matilde, non me la sentivo nella situazione in cui ero (avrei dovuto tirare il latte e buttarlo finchè non mi fosse passata la brutta infezione che mi ero presa e che è stata poi la causa della nascita prematura). Per fortuna nessuno mi ha fatto sentire un mostro per questo. Nell'ospedale dove era Matilde c'era la banca del latte. Grazie di cuore alle mamme genorose!
Federica, mamma di Matteo (31/05/2001, a termine) e di Matilde (11/08/2003, 27+4 ws)
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda mariateresa il 14 dic 2010, 0:14

Ciao Julie benvenuta...pensa che mia sorella (ora infermiera) si è laureata ad aprile scorso con una tesi sui prematuri, dedicandola a Francesca, la sua "piccola" nipotina...
per quanto riguarda il tuo lavoro è molto interessante ed effettivamente il senso di solitudine in una situazione come la TIN è davvero "schiacciante"...vivi un momento drammatico, che nessuno può immaginare, diventi mamma e non hai accanto il tuo piccolo, devi elaborare ogni giorno un pesante senso di perdita ed hai un forte bisogno di aiuto, ma non sai a chi rivolgerti...io credo che in situazioni come queste gli unici aiuti veri sono nelle persone che, come te-genitore, stanno vivendo un momento simile e nel personale sanitario, quello ovvio dotato di sensibilità e attenzione e non assuefatto al dolore altrui e quindi distratto.
Ecco, chi fa questo lavoro, non dovrebbe mai perdere la capacità di comprendere e, perchè no?, ascoltare i dubbi e le paure di mamme e papà alle prese con una situazione fortemente destabilizzante (sul piano psicologico, familiare ecc...).
nello specifico posso rispondere anch'io a qualche domanda
- Parlando dei papà..che ruolo é stato dato loro? hanno potuto starvi accando durante la degenza e il parto o sono stati messi in un angolo? - Quando il piccolo- la piccola era in tin potevano, per quanto fosse possibile, avere un contatto con lui\lei o non sono mai stati ben accolti ed incoraggiati? Anche se c era solo lui e non voi mamme?

non ha assistito al parto perchè ovviamente si è trattato di una situazione talmente delicata che farlo assistere era fuori luogo, però in Tin aveva le stesse possibilità della mamma (marsupio compresa). C'è l'assistenza psicologica in reparto, ma non ho chiesto aiuto in tal senso...il vero aiuto è stato scoprire questo forum :wink: !!

Qualcuno di voi ha mai fatto la marsupioterapia?? impressioni sensazioni??

sì a due mesi dalla nascita della piccola...ovviamente il momento più bello, poter finalmente "toccare" il tuo cucciolo, sentirne il calore e l'odore dopo mesi passati a immaginarli è una sensazione indescrivibile...

Una di voi mi ha detto che non c era il tiralatte a disposizione in repato, quante siete che avete avuto questo problema? le ostetriche o le infermiere vi hanno spiegato come stimolarvi da sole la produzione del latte? o vi é stato detto un po superficialmente tutto lasciandovi poi da sole?


si ci spiegavano tutto, anzi gli stessi medici a volte inetrvenivano con qualche mamma un pò pigra, per spiegare loro l'importanza del latte materno...l'unico inconveniente era la presenza di un solo tiralatte.
Maria Teresa mamma di Antonio 05-02-07 (38 w) e Francesca 30-09-09 (24 w), peso g. 573. Dimessa il 19/02/10

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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda gabriella tolotti il 14 dic 2010, 0:20

Per descrivere le sensazioni di quei giorni ci vorebbe un libro, e alcuni lo hanno scritto.
La mia gravidanza è stata per 26 settimane tranquilla e spensierata, e poi..il baratro. Gestosi gravissima alla 26ma, con necessità di taglio cesareo d'urgenza e il rischio di lasciarci le penne entrambi. Il giorno del parto è stato il giorno più brutto della mia vita, e questa per una mamma è una cosa strana. Non potevo muovermi dal letto, e mi avevano detto che il bambino, che tecnicamente era un feto, pesava 500 gr. e nessuno dei medici poteva sapere se e in che condizioni sarebbe sopravissuto. Tra questi ricordo un giovane dottorino sorridente, che provava a rassicurami, dicendo che loro avrebbero fatto tutto il possibile, e che se anche fosse restato dentro di me avrebbe trovato condizioni peggiori che in incubatrice. C'è modo e modo di dire le stesse cose, lui le ha dette in tono rassicurante. C'è chi ha avuto esperienze peggiori. Comunque in quel giorno l'unica persona a cui sentivo di appoggiarmi era mia mamma. Sarà per una nuova identificazione di ruoli...
Mio marito si diceva sicuro fin dall'inizio che sarebbe finita bene, lui è semrpe stato ottimista a riguardo. Io invece quel giorno e per almeno altri 90 a seguire, mi vedevo davanti il buio. Ero sicura che se anche Fabio ce l'avesse fatta a restare vivo, avrebbe riportato conseguenze gravissime, che non sarebbe mai stato un bambino felice, un bambino come gli altri. Che neanche noi saremmo mai più stati felici. Il seguito per fortuna ha dato ragione a mio marito.
Riguardo all'organizazione in ospedale per i genitori, sì so che c'era una psicologa, ma non mi è mai venuta voglia di andarla a cercare...magari se lei fosse venuta a cercare me ci avrei parlato. E poi c'era un Frate: fra Lorenzo, uno dei volti che credo non dimenticherò. Veniva li, due chiacchiare, un preghierina...io non sono credente, ma mi faceva piacere che venisse, lo ricordo con affetto. Medici e infermieri, anzi quasi tutte infermiere: ognuno un caso a se, tutti o quasi molto bravi, professionalmente parlando. Qualcuno sapeva dare "una mano" anche ai genitori, altri meno. Come dicevo prima le stesse cose possono essere dette in modo molto diverso.
Grazie ad un paio di infermiere, e con il benestare di una dolcissima dott. che mi consigliò perfino di mangiarmi un po' di cioccolato, che aiuta il buon umore e quindi la prodozione, sono perfino riuscita ad attaccare Fabio al seno, e anche se il latte era ormai quasi sparito, abbiamo potuto condividere questa meravogliosa esperienza, anche se non aveva più valenza di alimentazione, ma di "coccola". E poi dopo 5 lunghi mesi, è arrivato il giorno che la maggior parte di noi ricordano come la vera data da festeggiare: le dimissioni. L'inizio della "normalità", seppur con tanti timori, tante paure...questo forum purtroppo l'ho trovato che Fabio era già grandicello, anche perchè prima non cercavo molto...la ferita era troppo fresca.
Mi è stato comunque utilissimo per ripercorrere ed esternare quelle emozioni, per conoscere persone che davvero possono capire.
Ecco, non so se era questo quello che volevi sapere...
Fabio è nato il 21/01/2006 alla 26ma sett.
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda Chiara_78 il 14 dic 2010, 12:46

Ciao Julie,
Rebecca è nata all'Ospedale Misericordia di Grosseto il 23 aprile 2010, a 29w+5 causa grave gestosi.
Sono arrivata in Ospedale, per eseguire dei normali controlli, il 19 aprile. Lunedì mattina, non posso dimenticarlo perché ai miei colleghi di lavoro ho detto che avevo queste visite e li ho salutati dicendo "ci vediamo martedì mattina..." , eh eh eh... Non sono più rientrata al lavoro da quel 19 aprile!
Comunque, senza andare troppo fuori tema, voglio condividere con te e con tutte le altre la mia esperienza.
Arrivata in Ospedale, ero in compagnia di mio marito, ci dirigiamo verso gli ambulatori per la libera professione; aspettiamo il nostro turno ed entriamo in un ambulatorio. La ginecologa di turno ci saluta, senza neanche guardarci in faccia, passa le pratiche all'ostetrica che era con lei e poi inizia la visita.
Sembra andare tutto bene, fino a quando mi misurano la pressione. Lo ammetto, sono una persona ansiosa. Mi emoziono molto, ma molto facilmente e... il comportamento burbero e duro della dottoressa che non ha mai, neanche per sbaglio, sorriso una volta non mi ha certo messa a mio agio.
Mi sono sentita colpevole di non so neanche io cosa. La dottoressa continuava a parlarmi in modo brusco, ordinandomi che dovevo stare calma, che se la pressione continuava a salire era un problema... Tutte cose molto carine da dire ad una donna gravida, emotiva e che non capisce perché le gridi contro a quel modo.
Comunque, la visita è andata avanti. Ci ha rassicurati che la bambina stava bene, era cresciuta bene dall'ultima visita di controllo effettuata sempre in "libera professione"; però... ho notato dalla sua espressione, che c'era qualcosa che non la convinceva. Mentre dettava all'ostetrica gli aggiornamenti per la loro cartella, la cartella che io avrei dovuto portare al CAD (centro anti-diabete, perché per non farmi mancare nulla ho avuto anche il diabete gestazionale... sob!), continuava a guardare e riguardare i miei esami come se mancasse qualcosa... qualcosa di importante.
Allora decide di farmi fare lo stick per le proteine, il risultato non è dei migliori; infatti, dopo avermi chiesto il permesso, chiama il reparto di Patologia Ostetrica e chiede se hanno un letto disponibile per me.
E' stata la mia fortuna! Se non avessi accettato, forse, non sarei qui a raccontare la mia esperienza e, forse, Rebecca non dormirebbe tranquilla nella sua culla!
L'Ospedale di Grosseto, staccato dal più "caotico" reparto di Ostetricia e Nido, ha creato una specie di "oasi di pace" dove sono ricoverate le donne con particolari patologie, che hanno bisogno di più riposo e tranquillità.
Al mio arrivo, spaventata e alienata da tutto quello che mi aveva detto la dottoressa, trovo ad accogliermi un'ostetrica che ho odiato. Mi dispiace dirlo, ma è così. Quando mi ha vista, è stata solo capace di dirmi che era stanca e nervosa perché era il suo decimo ricovero dalla mattina. Io l'ho guardata e mi sono stretta nelle spalle, avevo così tanta paura che non ho ascoltato una sola parola di quello che diceva lei.
Per fortuna, però, è arrivato a "soccorrermi" un ginecologo che, con calma e con pazienza; mi ha spiegato tutto, dalla A alla Z, quello che mi avrebbero fatto da quel momento fino alla nascita della bimba. Il nostro obbiettivo era arrivare a 34w; ma... non ce l'abbiamo fatta!
Ho trascorso 51 giorni in quel reparto ed ho avuto la fortuna di conoscere delle persone meravigliose! Mi spiace un po' dirlo, ma sono riuscita a stringere più "amicizia" con gli infermieri e le OSS piuttosto che non con le ostetriche o coi medici.
Solo alcune ostetriche erano più dolci, più affabili. Altre non sapevano bene come approcciarsi con le pazienti, magari non capivano il perché della paura o delle lacrime. Davano più per scontato determinate cose. Magari perché passavano meno tempo con noi. La maggior parte del giorno (e della notte, visto che facevo terapia anche la notte) lo passavo con gli infermieri e con le OSS che mi avevano preso a ben volere.
So che c'era la possibilità di richiedere supporto psicologico. Ma io non l'ho mai richiesto. Al mio fianco ho sempre avuto la mia famiglia, non mi sono mai sentita sola.
Il personale ospedaliero, non mi ha mai trattata come un numero su una cartella! Per loro, sono stata una persona dal primo momento che sono entrata, fino a quando ho lasciato l'ospedale con la mia bimba tra le braccia.
Con me, sono stati sempre molto disponibili e pazienti. Hanno risposto ad ogni mia domanda, hanno diradato le mie paure, mi hanno fatto coraggio quando avevo paura.
Il giorno che sono entrata in sala operatoria, le infermiere che mi hanno accompagnato, erano in pensiero per me. Mi facevano coraggio mentre il lettino, lentamente, si dirigeva verso la sala operatoria.
Non sono mai stata lasciata sola, mai stata abbandonata a me stessa. Mai, nemmeno per un istante, si sono rivolte a me in modo brusco o sbrigativo. Sono stati tutti molto comprensivi ed affettuosi con me.

Il giorno della nascita di mia figlia, purtroppo mio marito non è potuto entrare in sala operatoria. Ho fatto il cesareo e con me c'erano solo i medici e gli infermieri che avrebbero seguito l'operazione.
La mattina del cesareo, è venuta a presentarsi l'ostetrica che avrebbe preso in consegna Rebecca una volta fuori dalla mia pancia. Una ragazza dolcissima, con un sorriso tenero, ricordo ancora le sue parole: "Ciao, io sono Linda e sono l'ostetrica che prenderà la bimba in braccio appena l'avranno tirata fuori... Se la bimba non è troppo piccolina, cercherò di fermarmi un attimino, solo per fartela vedere; ma... non ti prometto nulla... Tu, però, stai con la testa girata da questa parte... Che se posso, io mi fermo...".
Purtroppo non ho potuto vedere Rebecca, era davvero un fagottino urlante! Era solo telino termico e lenzuolo! Non si vedeva altro!
Mentre i medici continuavano a "rimettermi in sesto", io ascoltavo mia figlia urlare nella stanzina accanto. La mia testa era girata con la speranza di poter vedere qualcosa o qualcuno... Ad un certo punto, si è affacciato il neonatologo che mi ha detto: "Signora, stia tranquilla... La bimba è un po' piccolina ma sta bene... Adesso la portiamo di là e ci prenderemo noi cura di lei... Lei stia tranquilla, mi raccomando...", con un tono di voce così tenero, pacato che mi è venuta voglia di piangere, alzarmi ed abbracciarlo per ringraziarlo di essersi affacciato in sala operatoria a rassicurarmi. Ovviamente non potevo.

"Parlando dei papà..che ruolo é stato dato loro? hanno potuto starvi accando durante la degenza e il parto o sono stati messi in un angolo? - Quando il piccolo- la piccola era in tin potevano, per quanto fosse possibile, avere un contatto con lui\lei o non sono mai stati ben accolti ed incoraggiati? Anche se c era solo lui e non voi mamme?"
Mio marito ha svolto un ruolo da protagonista, esattamente come l'ho svolto io. E' potuto starmi accanto durante la degenza; ma solo nelle ore diurne. La notte, ed ho avuto bisogno di aiuto per due o tre notti mi pare, si sono alternate mia mamma e mia suocera. Non lasciano stare gli uomini in reparto la notte, non chiedetemi perché, ma è così...
Non è mai stato messo in un angolo, è stato reso partecipe di tutto. Dalla mia terapia, al fatto che doveva aiutarmi ad alzarmi dal letto ed a camminare, oppure portarmi in Patologia Neonatale ogni volta che volevo e potevo, salvo giro visite.
Giuseppe è stato il primo ad entrare in Patologia Neonatale il giorno che è nata nostra figlia. E' stato il primo ad averla toccata e sono state spiegate a lui, dettagliatamente, l'incubatrice e le terapie messe in atto sulla bimba.
E' stato ben accolto ed incoraggiato a toccare la piccola, gli è stato insegnato come farla sentire contenuta dalle mani in una specie di abbraccio (una mano sulla nuca e l'altra a contenere i piedini).
Non mai stato messo in un angolo né dalla Patologia Ostetrica, né dalla Patologia Neonatale... Anzi... Era molto gradita la sua presenza.

"Qualcuno di voi ha mai fatto la marsupioterapia?? impressioni sensazioni??"
Abbiamo fatto marsupio terapia entrambi. E' stato bellissimo!!! Rebecca, la prima volta che l'abbiamo presa in braccio, pesava 880 gr, circa.
Gli infermieri, ci hanno spiegato dettagliatamente in cosa consisteva la marsupio terapia; e che, quando possibile, loro avrebbero voluto farla anche più volte al giorno. Soprattutto durante le poppate. Rebecca mangiava in pompa siringa, con il sondino direttamente nello stomaco e, stando a contatto con noi, abbiamo visto che mangiava meglio e desaturava meno.
All'Ospedale di Grosseto è molto incoraggiata. E sono coinvolti, sempre, entrambi i genitori che, mi sono dimenticata di dire, entrano insieme.
Impressioni e sensazioni? Io posso raccontarti le mie. E' stato indescrivibile! Veramente unico! Come se fosse appena nata e l'avessero poggiata sul mio ventre. Credo che una mamma che ha la fortuna di partorirlo in modo naturale, senza cesareo d'urgenza, provi più o meno ciò che ho provato io.
Rebecca era piccolina e fragile, ma molto forte. Lo so, è un controsenso! Il suo corpicino così piccolo, è sparito in mezzo al mio seno. Ricordo che era caldissima e che si è rannicchiata, come una ranocchietta, in mezzo al mio seno. Le sue manine minuscole, mi toccavano, massaggiandomi stile gattino quando si attacca al seno di mamma gatta. Sembrava un granchietto attaccato allo scoglio. E' così che è stata soprannominata dalla mia mamma: "grancetto".
Nel momento stesso in cui me l'hanno messa in braccio, ho sentito un forte senso di possesso e di appartenenza: non ero più sola. Io appartenevo a mia figlia e lei apparteneva a me.
Sono rimasta impressionata dalla forza che scaturiva da lei, un esserino così minuto... Avevo una gran paura di romperla la prima volta che l'ho presa in braccio!

"Una di voi mi ha detto che non c era il tiralatte a disposizione in repato, quante siete che avete avuto questo problema? le ostetriche o le infermiere vi hanno spiegato come stimolarvi da sole la produzione del latte? o vi é stato detto un po superficialmente tutto lasciandovi poi da sole?"
Allora, nel reparto di Patologia Ostetrica non c'erano tiralatte. Le ostetriche sono state molto superficiali con me. Nessuna si è mai fermata a spiegarmi come potermi stimolare il latte da sola. Sono stata lasciata un po' in balia di me stessa in questo senso.
Un giorno, forse il secondo o terzo giorno di vita di Rebecca, un'ostetrica dato che avevo la febbre mi ha chiesto se mi ero mai tirata il latte, io ho risposto di no perché nessuno mi aveva detto come/quando/dove poterlo fare.
La sua risposta è stata fredda e sbrigativa: "chiedi in Patologia Neonatale, ti spiegheranno tutto là". E basta, non mi ha detto altro. A stento, mi ha toccato il seno. Devo dire che ci sono rimasta molto male.
E' andata molto meglio in Patologia Neonatale. Lì ci sono due tiralatte elettrici dove possono tirarsi il latte quattro mamme contemporaneamente.
Gentilmente e dettagliatamente, le infermiere (ma anche l'unico infermiere del reparto è stato molto carino con me) mi hanno spiegato come far funzionare il tiralatte per essere il più autonoma possibile.
Mi hanno consigliata di bere molto, di fare impacchi caldi sul seno per aiutare l'arrivo del latte. Di massaggiarlo sotto l'acqua calda prima di andare in Patologia e di continuare a provare senza perdere la speranza.
Io la speranza non l'ho persa, ma ho avuto da subito pochissimo latte! Ne producevo veramente una nullità. Ho continuato a tirarlo anche in camera, mi sono procurata un tiralatte a noleggio, ma sono riuscita a produrre un massimo di 20cc di latte.
All'inizio, mi sono sentiva in colpa: perché tutte le altre mamme avevano il latte per i loro piccoli ed io no? Mi sono sentita veramente male... Ma, anche questa volta, è intervenuta un'infermiera che mi ha parlato dolcemente ma risolutamente dicendomi che non è il latte che fa di me una mamma.
Che è vero l'allattamento al seno è importante, ma che Rebecca aveva bisogno di me. Di una mamma forte, di una mamma in grado di affrontare il percorso che avevamo iniziato ad intraprendere. E non di una mamma che si arrendeva alla prima difficoltà e che si piangeva addosso.
Confesso ci sono rimasta un po' male, però... mi stavo ammalando a causa del latte... ne stavo facendo veramente una malattia! Più me lo tiravo e più mi stimolavo e meno ne veniva. Ho preso di tutto, tutto quello che potevo prendere e che ho trovato tra l'erboristeria e la farmacia. Non è servito a niente.
Mia figlia ha preso per 20 giorni il mio latte, poi ha fatto il "pre-aptamil" ed il latte umano (visto che l'Ospedale di Grosseto ha la banca del latte, grazie alle mamme donatrici... grazie! grazie! grazie!) e siamo usciti dall'ospedale con il latte artificiale.

Un'ultima cosa, visto che sono stata troppo prolissa (come al solito, glosh :oops: :oops: :oops: ), il giorno della mia dimissione sono stata "trasferita" nella "stanza delle nutrici". Una stanza con tre letti, sempre nel reparto di Patologia Ostetrica, dove possono fermarsi le mamme con i bimbi ancora ricoverati e che abitano lontano dall'Ospedale.
Lì, ogni mamma ha diritto a tre pasti al giorno; cambio delle lenzuola ecc ma è libera, non è più legata agli orari dell'ospedale (tranne che gli orari dei pasti, per tutti uguali), non è più soggetta a visite o terapie è dimessa a tutti gli effetti.
Visto che io sono stata ricoverata con una pressione spaventosamente alta, a spot e di loro iniziativa le infermiere del reparto mi fermavano e mi misuravano la pressione per controllare che tutto andasse bene.
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Rebecca nata a 29w+5d a causa della gestosi. Dimessa dalla Patologia Neonatale di Grosseto dopo 51gg di ricovero. Peso alla nascita 1.090gr per 36cm di puro amore.
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Re: aiuto per tesi di laurea a vostro favore

Messaggioda federica il 14 dic 2010, 14:36

Non ho detto nulla degli ospedali e del personale. Matilde è nata al Gaslini di Genova, dove è stata 1 mese, ed è stata trasferita al Niguarda di Milano, dove è stata un altro mese.

Prima della nascita in ginecologia: c'era un gran via vai di medici e infermieri, era agosto, periodo di ferie, quindi cambiavano in continuazione... qualcuno era gentile, qualcun altro meno, qualcuno bravo altri meno. Io ero molto concentrata sulla mia situazione e cercavo di tenere le distanze. Non ho ricevuto molto, ma ho dato anche poco.

In TIN: entrambi gli ospedali erano organizzati con i "turni fissi": stessi medici e inferimieri per 15 giorni di fila, per seguire con continuità il decorso dei bambini. Bravi professionalmente in entrambi gli ospedali e disponibili anche fuori dagli orari dedicati ai colloqui, che erano comunque quotidiani sia col primario che col medico del turno (io non ho mai chiesto, ma altri genitori hanno avuto colloqui fuori orario). Dal punto di vista umano anche lì ho ricevuto poco... erano sempre "telecronache" un po' freddine.
Federica, mamma di Matteo (31/05/2001, a termine) e di Matilde (11/08/2003, 27+4 ws)
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