E' vero, Maurizio, ci sono varie scuole di pensiero. Anche la mia bambina è stata in ossigenoterapia domiciliare, e la pediatra che la seguiva tendeva a farla "sforzare" durante il ricovero, e poi anche ci suggeriva di continuare così a casa. Erano quasi 7 anni fa, ed a Siena era il secondo caso (in contemporanea) di ossigenoterapia domiciliare. La portai anche al Meyer, a Firenze, e lì un pediatra della TIN mi disse che era meglio che la saturazione non scendesse mai sotto i 95. Nessun problema se le arrivava più ossigeno del necessario, mi disse si chiama ossigenoTERAPIA proprio perché l'ossigeno è necessario, e non bisogna temere che si "abitui".
Con la bomboletta portatile non avevamo problemi, negli ultimi periodi, quando la saturazione era buona, le avevamo tolto gli occhialini e le lasciavamo lo "spiffero", il tubicino dell'ossigeno attaccato alla tutina, che le "buttava" ossigeno sotto il nasino. In bocca al lupo!