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Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 19 ago 2012, 23:38
da gabriella tolotti
E' un po' che avevo intenzione di scrivere questo post, è un po' perchè vedo Fabio piuttosto carente sotto certi aspetti. Mi capita in estate in montagna di frequentare una famiglia con 6 figli, i minori hanno 7 e 4 anni e di notare un abisso, ma proprio un abisso, tra questi bambini e Fabio. L'ultima volta quello di 7 ha acceso il fuoco nel barbecue, ha messo la piastra e cotto le zucchine e io lo guardavo così :shock: . Questi bimbi in estate vivono in una malga in montagna e i genitori gesticono, oltre le mucche, una specie di rifugio di beneficienza per il Mato Grosso. La mamma è una maestra e ho motivo di credere che sia una bravissima maestra. Inizio a pensare che un paio di settimane il quel posto farebbe più di un anno di psicomotricità e affini. Ora, non pretendo che Fabio accenda il fuoco e cuocia le zucchine, ma a volte lo vedo veramente troppo impacciato e insicuro, su cose che potrebbe fare tranquillamente e sto forzando parecchio la mano in questo senso. Per esempio l'ho praticamente "obbligato" a fare il percorso sugli alberi e manco a dirlo una volta fatto era tutto esaltato e ha voluto ripeterlo più volte. Ci ho messo mezz'ora per convincerlo a salire sulla casetta sull'albero che hanno questi bambini, e poi continuava a fare su è giù (è un gran fifone). Ho dovuto perfino discutere per convincerlo ad entrare a chiedere alla mamma di questi bambini un bicchiere e quando finalmente ha trovato il "coraggio" di farlo il tè freddo era finito :D (poi gliene hanno fatto altro). Ora...ok, che sei timido, ma anche contro la tua natura datti una svegliata. Ora gli ho intimato che tutte le volte che entriamo in un bar e vuole qualcosa, se non si fa la sua ordinazione resta senza. Mi rendo conto di essere rigida e magari metterlo a disagio, ma ho deciso di prendre la situazione di petto. Poi ci sono le cose che trova più facile delegare per pigrizia (non c'è pericolo e non richiedono rapporti sociali) da allacciarsi la cintura in auto, allacciarsi le scarpe ecc., e quando si rifiuta di prestare attenzione e imparare anche queste piccole cose, allora dò fuori di matto. Io penso che l'autonomia sia fondamentale per l'autostima, per avere fiducia in se stessi e rapportarsi anche in modo più sereno con gli altri e anche per tener testa a quei ragazzini prepotenti o peggio bulli che a volte capita di incontrare. E i vostri "grandicelli" come si comportano? Di Giulio posso notare che è onestamente più "avanti" di Fabio direi in tutto, poi vedo il suo amico che non si discosta troppo da lui (leggere è imbranato uguale), ma come si dice "Dio li fà poi li accompagna", però davvero vorrei trovare il modo per spronarlo a rendersi più autonomo e sicuro delle sue capacità.

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 0:21
da vale
Vara Gabry, sono completamente d'accordo. Love quando ha finito di mangiare deve portare il suo piatto in cucina, togliere gli avanzi buttandoli nella pattuiera per composta, sistemare il tutto nella lavastoviglie. Lui si trincera spesso dietro scuse tipo: sono così goffo che mi cade tutto fuori .... Fa così anche quando deve versarsi da bere. Purtroppo spesso gli altri ci cascano, ma ora che ho ordinato a tutti di rispondere arrangiati hai due mani anche tu, pare vada meglio.

da me ci sono però due problemi: 1) Due adolescenti/adulti talvolta pigri che lasciano tutto sul tavolo e no vengono ripresi se non da me (e non è tanto bello fare sempre la parte della strega).
2) Una minibelva che ruba l'attenzione di chi l'attenione è abituata a averla in larga parte per sè eheheh.

Lo motivo dicendo: wow guarda, la tua sorellina ascolta solo te (che, siccome è vero, mica é difficile).

Smack.

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 7:53
da briseida
Io sono stata una grande timida (un po' rimane ancora) e mi sono costretta a fare la laurea di giornalismo per superare il problema. Anni fa quando chiamavo uno sconosciuto dovevo scriverlo tutto prima perchè se no le parole non arrivavano...
Fabio è piccolo ancora, ma se riesce a superare le sue paure ora, senza dubbio sarà più felice e libero, e troverà meno ostacoli per fare quello che vuole nella vita (io, ad esempio, non imparato mai a nuotare ne ho fatto l'erasmus per le mie insicurezze e paure).
Iscriverlo in un corso di teatro? Dicono che faccia molto bene in questi casi! Non so se da voi c'è la possibilità...

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 10:02
da silvia73
Anche qui autonomia e autostima stanno a bassissimo livello, anche io devo insistere spesso perchè faccia qualcosa che a lui sembra impossibile, talvolta ci riesco e poi è molto soddisfatto, talvolta non c'è verso di convincerlo.
Su certi aspetti è molto aperto e socievole, su altri invece è timido e vergognoso, ora ha preso l'abitudine al bar per esempio che vuole i soldini e si compra l'estathe o l'acqua e vuole pagarsela lui anche se noi siamo seduti al tavolo e paghiamo alla fine.
Anche a me capita di confrontarlo con altri amichetti e lo vedo più "indietro", vabbè, col tempo si rifarà.

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:07
da cheti
gabriella tolotti ha scritto: E i vostri "grandicelli" come si comportano? Di Giulio posso notare che è onestamente più "avanti" di Fabio direi in tutto...

Parli del mio Giulio giusto? :D
Non si tratta dell'essere più o meno avanti.. si tratta di carattere appunto...
A proposito delle ordinazioni al bar... credo che a suo tempo lo scrissi pure qui... ricordo un pomeriggio in pasticceria, credo avesse poco più di due anni, assicuratami che la porta fosse chiusa mi sono "permessa di far due chiacchere con una amica incontrata per caso, quando con la coda dell'occhio ho visto Giulio in piedi su una sedia davanti al bancone che ordinava l'acqua!!!!.. si era preso una sedia dalla zona tavolini, l'aveva trascinata fin al bancone, vi si era arrampicato, aveva chiamato la barista e chiesto l'acqua... Tutto a mia insaputa.. ecco poteva chiederla a me l'acqua, sarei andata a prendergliela aveva appena due anni... ma quello era ed è Giulio... potremmo definirlo senza ombra di dubbio un "bambino di iniziativa".

E' cresciuto ed è ancora lui. Tu gabry hai il "problema" di dover un pò spingere Fabio, io il problema opposto di dover un pò frenare Giulio.
Potrei raccontarne mille... te ne dico una.. quella più rilevanete sul momento... siamo alle prese con "l'autonomia da portafogli"... Ha un portafogli (di Spidermen :D ) regalatogli da un amichetto ad un compleanno, (purtroppo) i nonni paterni hanno l'abitudine di dargli di tanto in tanto cinque euro che tiene in un salvadanaio... quando usciamo si mette parte dei suoi soldini nel portafogli ed esce con quello... e intende usarlo a sua discrezione.. c'è da dire che non "fa grosse sciocchezze", cioè non si fionda in un negozio di giocattoli per prendere ciò che più gli aggrada.. ma intende appunto andarsi a prendere un gelato, indipendentemente da noi.. non so se mi spiego.. non che tutti andiamo a prendere il gelato... nono.. lui arriva, magari con un amichetto** appena conosciuto sul luogo e ci dice, "ciao io vado al bar a prendermi un gelato con il mio amico".... Ecco: sono consapevole che alla fin fine non farebbe niente di "grave".. ma a me fa strano vedere un seienne appena uscito dalla materna così "autonomo e indipendente"... e così spingo sul freno.. e lui si arrabbia, (terribilmente) che dice che non capisce perchè noi adulti con un portafogli e dei soldi possiamo decidere di andarcene a prendere un caffè e lui con un portafogli e dei soldi non può decidere di andarsi a prendere un gelato... che poi il suo discorso fila pure... e allora provo ad andare a monte e dirgli che non ha l'età per uscire con un portafogli.. e lui giustamente mi chiede cosa altro può farci con i soldi che gli regalano i nonni.. e bla bla... Insomma "tempi duri" anche qua.. per versi diversi ma pur sempre duri! :-)



**puntualmente più grande, non so come faccia, ma sebbene i più grandi all'inizio lo snobbino perchè "piccolo" appunto.. poi riesce a farci amicizia.. ieri un dodicenne non lo ha mai più mollato!

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:15
da Lorenza
Argomento interessante. Autostima bassissima anche qui, Davide se sa di avere qualche difficoltà si tira indietro e secondo me non per paura, ma per il fatto che è un bambino che si stressa facilmente; sto riflettendo molto su questo argomento, e sto pensando a come affrontarlo--in passato quando ho forzato nel momento sbagliato non ho ottenuto nulla (vedi l'esperienza "piscina"), anzi ho innalzato il livello di stress a tal punto da rischiare di compromettere i progressi negli altri campi; ora sono nella fase in cui mi sforzo per valutare quando forzare, devo individuare il momento giusto, valutare "quanta carne c'è al fuoco", in quali campi lui si sta confrontando ecc. Sto ancora rimuginando sul calcio...si rifiuta di giocare a calcio perchè non è bravo, ma capisco che perde un momento "aggregante" e spesso rimane ai bordi del campo e non gioca con gli amichetti (a parte se ci troviamo con qualche bimbo "anti-calcio")--un giorno l'ho spinto a giocare ed è stato un disastro su tutta la linea....mio marito dice che dovremmo iscriverlo ad un corso così impara e migliora la sua autostima ma lui non ne vuole sapere e anch'io credo che in questo momento sarebbe solo uno stress inutile con conseguente spreco di energie, ma ancora non ho le idee chiare.
Sull'autonomia invece fa i suoi soliti "gradini verticali" ma in questo invece ho capito che "risponde" solo se alla base c'è una motivazione forte e allora mi impegno molto in questa direzione---è comunque una conquista per loro e la acquisiscono in modi e tempi differenti nei diversi campi (si nota in particolare a scuola); del resto Andrea ha uno "slancio" verso l'autonomia che Davide non aveva affatto , e la motivazione è il fratello :mrgreen: !

u

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:19
da Misia
Io ho due figli, una abbastanza timida e abbastanza tifona, e uno molto molto molto fifone e molto molto timido. Ma sono piccoli, perciò non utili al tuo sondaggio. Quel che ti voglio dire invece è che sono stata una figlia timida, fifona e non intraprendente. E ho avuto una madre che lo vedeva come un grande problema e mi ha sempre spinta (o costretta) a fare qualsiasi cosa. Mi ricordo di me da bambina con gli sci e la cacarella in cima alle piste "nere". Mi ricordo di me da bambina al mare umiliata perché mia madre lodava gli intrepidi a fare i tuffi e voleva che facessi come loro, ma io scendevo come una pera. Mi ricordo di me che fin dalla prima elementare passavo tre settimane in vacanza da sola con la colonia, per "stimolare l'autonomia"... ma che avrei preferito restare a casa. Mi ricordo di me in qualsiasi situazione che mi costringevo ad affrontare, col terrore e non con la consapevolezza. Col desiderio di compiacere lei e non di fare realmente quelle cose. Avrei voluto essere INCORAGGIATA, al limite, e per cose che mi interessavano, non per tutte indiscriminatamente. E, soprattutto, con amore e dolcezza. Invece mi sentivo costretta, e derisa se non lo facevo. Inutile dire che son rimasta fifona, ma sono ben felice di non dover più sciare ora ;) magari se non ci fossi stata costretta ora ne avrei voglia... insomma, credo che dovrò affrontare anche io il carattere dei miei figli, ma spero di riuscire a farlo rispettando il loro essere, e non volendolo modificare a forza.

Re: u

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:39
da Lorenza
:roll:
Misia ha scritto: Avrei voluto essere INCORAGGIATA, al limite, e per cose che mi interessavano, non per tutte indiscriminatamente


Concordo.. quando parlo di "forzare" significa che gli dico "Vai Davide che ce la puoi fare, non ti preoccupare" però poi se non riesce come lui vuole la situazione va irrimediabilmente in senso contrario. Paolo e Greta sono ancora piccoli, ma non è semplice capire quali cose interessano veramente i bambini e quelle in cui sono portati...Davide ad esempio non ama le attività sportive ma posso dire che "ha l'anima del commerciante"---ricordate i palloncini al compleanno di Sara? Quest'estate si è ripetuto in più campi e più livelli :mrgreen: ...e non lo abbiamo certo spinto noi nè gli abbiamo dato l'esempio!!!--peccato che non esiste un'attività di mercatini per bambini :mrgreen:---questo per dire che le doti dei nostri figli sono spesso difficili da cogliere :wink:

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:42
da Misia
Sì senz'altro, quando sono così piccoli sì... :) Comunque, sull'onda dell'amarcord, da bambina avevo anche io l'anima della commerciante, nonostante fossi una fifona. E così al mare organizzavo una bancarella e vendevo pietre dipinte, o vetrini, o cose del genere. E passanti perfettamente sconosciuti me le compravano davvero :lol: però mai e poi mai avrei voluto andare da gruppi di coetanei sconosciuti e presentarmi, per esempio, ed era quello che ero costantemente invitata a fare. Mia madre detestava che io stessi a leggere per i fatti miei. Mi sento male solo a pensarci :evil:

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:48
da Lorenza
Misia ha scritto: E così al mare organizzavo una bancarella e vendevo pietre dipinte, o vetrini, o cose del genere


Davide è riuscito a vendere i paguri! Da non credere...

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 14:54
da Misia
hahah :lol:

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 15:47
da MammaSole
Anch'io penso che sia questione di carattere, Fabio è un bambino molto timido, oltre che più intelligente e acuto rispetto alla sua età (a volte può essere non proprio un bene)... Non credo sia facile "incoraggiare" senza "forzare" a volte si deve fare, e questo li aiuta a superare quel piccolo blocco che gli consente di partire, altre volte, come dice Lorenza, può essere controproducente e là bisogna fermarsi subito! Maria Sole è più piccola rispetto a Fabio, ma da quest'anno lavorerà anche su questo aspetto, essendo lei una bambina che in situazioni in cui deve mettersi in gioco in prima persona, tende a defilarsi :roll: per ora lei è molto spigliata e ha iniziativa nelle situazioni nuove se ha il giusto "mediatore", che di volta in volta siamo noi genitori o le terapiste o le tate del nido, le serve il via per partire....

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 18:01
da mariateresa
Quoto quanto ti hanno già detto Gabry...credo sia davvero questione di carattere. Antonio, che poi mi ricorda tantissimo Giulio, ha un'indole fortemente e decisamente indipendente...farebbe sempre tutto tutto da solo e vuole mille spiegazioni sul perchè sì e perchè no ecc...ecc...
Vedo altri bambini che hanno bisogno dei loro tempi e non è detto che tutti facciano, appunto, le stesse cose...mio figlio è il tipo che si butta nella mischia a giocare, fa amicizia con quelli più grandi e non si tira indietro, ma altri--vuoi per timidezza vuoi per insicurezza-- non lo fanno. C'è la figlia di uan mia amica che è proprio l'opposto in tal senso.
Concordo però con te che non bisogna sempre "assecondare", perchè poi bisogna imparare a misurarsi con gli altri e adotterei anch'io la strategia del "forzare un pò la mano" in questa direzione, piano piano, comunicando "per me ce la puoi fare", "buttati", "forza"...a volte nella vita forse ci vuole qualcuno che ci sproni a superare qualche limite

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 20 ago 2012, 23:15
da gabriella tolotti
Cheti ha scritto:Parli del mio Giulio giusto? :D

Giusto!
In linea di massima però vedo che Fabio è molto soddisfatto quando riescie a superare i suoi limiti e le sue paure. Solo che per ogni cosa nuova, anche se non più difficile, c'è da ricominciare daccapo. Oggi comunque voleva un gelato, e gli detto che se lo voleva avrebbe dovuto chiederlo alla ragazza del bar. Ebbene, lo ha chiesto, a bassa voce, ma lo ha chiesto :mrgreen: !

Re: Autonomia, autostima e metodi educativi

MessaggioInviato: 21 ago 2012, 11:10
da gabriella tolotti
mariateresa ha scritto:Quoto quanto ti hanno già detto Gabry...credo sia davvero questione di carattere

Io invece Mariateresa credo che sia anche questione di carattere, ma non solo. Vedo quei ragazzini...quelli della malga, cresciuti tra tanti fratelli e sorelle, uno più sveglio dell'altro. Nonostante il contesto in cui vivono tutta l'estate, nonostante li trovi sempre tutti infangati, non sono assulutamente dei "selvaggi", sono tutti ragazzini socievoli, collaborativi ed educati. Solo che hanno dovuto imparare da piccoli ad essere autosufficienti nelle loro piccole cose in relazione all'età, perchè una mamma con 6 figli non può perdere tempo ad imboccare, lavare, vestire, ecc. E poi, tutti, proporzionalmente all'età, danno una mano a fare qualche lavoretto, e tutto senza discutere, come sia (e lo è credo) una cosa normale. Questo non credo dipenda tanto dal carattere dei bambini, ma proprio dal buon "lavoro" dei genitori. Credo che questo alto livello di autosufficienza rafforzi anche parecchio la loro autostima e la fiducia che hanno nelle loro capacità.

 


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