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Kirikù e la strega Karabà

Libri da leggere ai nosti bimbi

Moderatori: cheti, briseida

Kirikù e la strega Karabà

Messaggioda cheti il 19 nov 2007, 20:24

Kirikù e la strega Karabà
Regia, sceneggiatura: Michel Ocelot;
Musica: Youssou N’Dour;
Origine: Francia 1998

È una fiaba colorata, fantasiosa, elegante.
Perché la amo? Perché è così che Sofia ha “riassunto” la nascita prematura di Giulio: “Sì sì Cheti. Ho capito: Giulio è come Kirikù”. L’ho voluta guardare quando ancora Giulio era in ospedale e non nascondo che mi sono scese lacrime di gioia.

La storia
Il racconto inizia in maniera lapidaria, semplice, efficacissima: in un villaggio una donna attende la nascita del suo bambino che già le parla dal suo ventre e la sollecita a farlo nascere.
Kirikù nasce piccolissimo, forse prima del tempo: le altre donne le chiedono: “Come? Già nato?”
Appena nato, Kirikù da solo si libera del cordone ombelicale e pretende cose da ragazzo già cresciuto. Per Kirikù non è facile farsi riconoscere per quello che veramente è, un bambino coraggioso e intelligente. Egli ha bisogno, evidentemente, di prove più importanti, che nessuno nel villaggio saprebbe affrontare con successo, e l’occasione è a portata di mano: da quelle parti spadroneggia Karabà, una strega terribile che terrorizza e divora gli uomini, tant’è vero, racconta il vecchio del villaggio, che non ci sono più guerrieri, tutti spariti, tutti mangiati.
Kirikù affronta la strega con fine intelligenza strategica: aggira la sua dimora, vi entra, scopre il motivo della sua cattiveria e lo elimina liberando il villaggio dai malefici e, infine, la sposa.

Il regista
Kirikù e la strega Karabà è una fiaba realizzata in disegni animati dal regista francese Michel Ocelot, che ha vissuto molti anni nell’Africa nera, in Guinea.
Ocelot ha mantenuto il respiro, il colore, l’umanità, l’intera cultura dell’Africa: questo regista è africano ed europeo allo stesso tempo. Sottolineo questo, perché un film sull’Africa realizzato da un occidentale senza profonda esperienza di quel continente non avrebbe la stessa sincerità e non sarebbe così fedele nel ricreare le vere atmosfere africane; basta pensare ai tanti Tarzan che ambientano esotiche avventure nel Continente nero senza lasciare allo spettatore il "mal d’Africa". Purtroppo spesso i nostri ragazzi preferiscono i suoni, i colori, le storie dei film disneyani alla essenzialità, alla modernità e alla sincerità dei film di Ocelot.
È indubbio, infatti, che clima, modalità narrative, gusto estetico conformino la fiaba di Kirikù e della strega Karabà in modo tale da far pensare che l’autore stesso delle immagini sia un guineano. La colonna sonora decisamente africana, con musiche del senegalese Youssou N’Dour, contribuisce a dare autenticità al film avvalendosi di strumenti tradizionali quali il cora, il balafon, i tamburi di vario tipo, gli zufoli.
Cheti, mamma di Giulio nato di 27+0, 880 gr. e di Valerio nato di 37+3, 2600 gr.
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